La richiesta di restituzione della caparra confirmatoria comporta accettazione dell’eredità

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Cassazione Civ., Sez. II, sent. 18 settembre 2023 n. 26690: La natura dispositiva della restituzione della caparra confirmatoria comporta accettazione tacita dell’eredità

La Cassazione ha stabilito che formulare la richiesta di restituzione di una caparra confirmatoria determina accettazione tacita dell’eredità.

L’accettazione dell’eredità può essere espressa o tacita. L’art. 476 del Codice Civile prevede infatti che si ha accettazione anche «quando il chiamato all’eredità compie un atto che presuppone necessariamente la sua volontà di accettare e che non avrebbe il diritto di fare se non nella qualità di erede».

La giurisprudenza ha negli anni individuato dei comportamenti che, per il loro carattere dispositivo, determinano l’accettazione tacita dell’eredità e la qualifica di erede in capo al soggetto che pone in essere tali comportamenti.

È questo il caso della sentenza in commento, che ha confermato la decisione della Corte d’Appello che aveva ritenuto tacitamente accetta l’eredità da parte di un figlio che, dopo la morte della madre, aveva richiesto la restituzione della caparra pagata dalla de cuius per l’acquisto di un immobile alla società costruttrice.

La Corte ha precisato che l’accettazione tacita ricorre nel caso in cui il chiamato ponga in essere atti e iniziative che, comportando lo scioglimento dei rapporti contrattuali posti in essere dal de cuius, non rivestono finalità conservative e di gestione dei beni ereditari, consentiti dall’art. 460 c.c. nelle more tra l’apertura della successione e l’eventuale accettazione. Pertanto la richiesta di restituzione di una caparra comporta accettazione tacita dell’eredità

Ricorda infine la sentenza in commento che, per giurisprudenza costante della Corte di Cassazione, l’indagine relativa alla esistenza o meno di un comportamento qualificabile come accettazione tacita, risolvendosi in un accertamento di fatto, non è censurabile in sede di legittimità per violazione di legge se non relativamente alle enunciazioni in diritto idonee a palesare un errore di sussunzione della fattispecie concreta nella norma correttamente applicabile (Cass. n. 10060 del 2018; Cass. n. 12753 del 1999; Cass. n. 11408 del 1998).

Cassazione Civ., Sez. II, sent. 18 settembre 2023 n. 26690

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